"... Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?»..."

9/7/20241 min leggere

worm's-eye view photography of concrete building
worm's-eye view photography of concrete building

Era comune, per quanti non avevano risorse, raccogliere qualche spiga rimasta ai margini dei campi di grano. Mi piace immaginare questo sfregare le mani giunte dei discepoli come un gesto di preghiera di lode. Un vero e proprio rito, realizzato da questi pellegrini, attraversando la campagna.

Il circolo dei pii non può capire e non accetta un modo diverso di pregare, di vivere la lode. Mi viene da pensare a quelle lunghe celebrazioni in Africa, piene di danze, canti e colori: hanno un sapore esotico per noi. Difficilmente vi rintracciamo una mistica, proprio a causa della loro singolarità.

Questo è normale: ogni cultura sviluppa i suoi modi. E ogni gruppo sociale ha le sue forme di dialogo o di emersione dell'assoluto.

Tutto verte intorno alla sacralità della persona umana. Ed, in effetti, ciascuno matura il proprio "alfabeto" dello Spirito e nello Spirito. Evidentemente, un dato non scontato per quanti, al centro e al di sopra di tutto, mettono, piuttosto, la sacralità del rito. I gesuiti sperimentarono una dura repressione proprio a causa del loro modo di assecondare queste differenze culturali nel rito e nella preghiera quando evangelizzarono la Cina.

A tutt'oggi, tanti fanno fatica a credere che le lingue nazionali siano opportune per pregare celebrando tanto quanto il latino, che, ad ogni modo, non era certamente la lingua di Gesù e neppure la lingua del Nuovo Testamento.

Ricordo un confratello che pensò bene di pregare disteso, in cappella, sul brano del paralitico, cercando di sperimentare sulla propria pelle quella paralisi descritta nel racconto.

Se ci trovassimo di fronte ad una scena simile, proveremmo, quantomeno, disagio.

Dobbiamo ammettere che un po' tutti rischiamo di diventare "talebani" del rito, quando assolutizziamo i nostri modi, comunitariamente e personalmente. E questo è un male, anche quando ci difendiamo dietro a formule del tipo "esistono tempi, luoghi e momenti!"

Chi può stabilirlo?