"... mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore..."

9/2/20241 min leggere

a large body of water sitting next to a rocky shore
a large body of water sitting next to a rocky shore

Poveri, prigionieri, ciechi ed oppressi.

Sono 4 categorie particolari.

I poveri sono i destinatari della Buona Notizia, i destinatari del Vangelo. La loro povertà è frutto di "brutte notizie", di falsi dei da inseguire e dai quali farsi benvolere. Sono poveri negli affetti e nella speranza. Sono poveri perché abituati a comprare amore.

Ai prigionieri viene data liberazione. E gratis. Hanno sbagliato, ma non gli si chiede nulla in cambio, nulla che ripari ai loro errori. A questi prigionieri è data la possibilità di riflettere e valutare la grandezza e la bellezza del mistero della libertà. Riceveranno un dono del quale saranno responsabili. Impareranno ad esserlo.

I ciechi sono coloro i quali vivono nella paralisi e dipendono da chi li conduce. Non per loro volere sperimentano questa condizione: il buio abita la loro vita. Sono quelli che sono stati travolti da ciò che non hanno scelto, che elemosinano ai bordi delle strade del mondo. A loro non viene data la luce, ma la capacità di vedere, di ricominciare. Ancora una volta. Di non arrendersi.

Gli oppressi sono coloro la cui sofferenza dipende da chi è più forte di loro. Sono i veri abusati dai poteri, più o meno occulti, che governano la storia. Gli oppressi sono quelli che non trovano il modo di rialzare la testa. Di tornare a guardare, in alto, il cielo, e, innanzi a loro, lo sguardo di chi li ha soggiogati. Sono quelli il cui capo è chino. I cui occhi guardano la polvere del suolo. A loro, è detto che nessun potere potrà incatenargli il cuore.

Che la vita è più forte della morte.

L'anno di grazia del Signore è l'anno, infine, in cui il debito viene annullato. In cui tutto riparte da capo. In cui non c'è più uomo né donna, né servo e né padrone, né bianco e né nero.

Per questo sogno, per queste parole, a Nazareth, cercarono di buttare giù Cristo dalla rupe della città.

Riflettiamo.