"... Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto..."
E, invece, no.
Capita spesso. Ad esempio, quando sappiamo bene qual è la cosa giusta da fare e, addirittura, decidiamo dentro di noi di "seguire la stella"... ma, poi, per qualche ragione, accesa la lampada, la mettiamo sotto al tavolo, ossia, non passiamo all'azione.
Le nostre migliori intuizioni restano, così, inattive, inefficaci. Le nostre "illuminazioni", inutili.
Anche come Chiesa funzioniamo così. Sappiamo bene ciò che andrebbe fatto, ma per paura, pigrizia, immobilismo, autoconservazione, non ci buttiamo nelle cose e non rischiamo il cambiamento.
Ciò accade anche quando, tra i giovani, scoperta una "vocazione", una naturale attitudine, una evidente propensione, non la si ascolta perché soggiogati da fardelli e aspettative sociali o familiari, economiche o esistenziali.
Così è nella vita spirituale.
Non basta "pensare bene al bene".
Non basta "decidersi verso il bene".
Serve coerenza. Serve il "buon agire". Ma, occhio, non è "buona azione", temporanea, evanescente, puntuale, approvata socialmente...
Il "buon agire" è dare concretezza ad attitudini buone individuate dentro noi, scelte perché il discernimento (ben guidato) ce le suggerisce come buone, con tutta la determinazione che serve, e, così, realizzate, espresse. Spesso, con fatica. Sempre, con dedizione e continuità. Alcune volte, dovendo anche accettare la disapprovazione e l'incomprensione del mondo intorno...