"... Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza..."

10/4/20242 min leggere

empty hallway between concrete buildings during daytime
empty hallway between concrete buildings during daytime

Resta una domanda: che benevolenza è quella che, comunque, preclude a qualcuno, sia esso dotto o sapiente, l'accesso alla rivelazione?

L'uso del verbo "nascondere", che viene qui applicato a Dio stesso, è da capire bene.

Sarebbe semplicistico dire "Sono loro che si autoescludono dall'amore!"

Come mai lo fanno?

Quale storia tormentata hanno alle spalle?

In quale inganno sono stati attirati dalla loro cultura, dal loro ambiente, dalle loro esperienze?

Ciascuno ha la sua battaglia. E ciascuno merita, innanzitutto, comprensione.

Nascondere giusto a questi, di proposito, qualcosa di importante non può essere attribuibile all'Amore!

Ci resta solo una strada percorribile: è nella natura delle "cose" che esse rimangano nascoste a dotti e sapienti.

Ma di quali cose si tratta?

Nei vv. precedenti, Gesù era costretto a dare spiegazioni su chi fosse il Battista e su cosa significasse il suo ministero. A seguire, abbiamo un rimprovero contro delle città che non hanno compreso i segni che proprio lì avevano trovato compimento.

Si tratta, quindi, di "cose" che andavano "comprese", "prese insieme", lette e interpretate meglio.

Il Battista andava inteso secondo le Scritture.

I segni, a partire dalla loro stessa bontà intrinseca.

Non era stato fatto né l'uno né l'altro.

Perché?

Perché la fatica della ricerca, scomoda. E chi sta comodo nelle sue 4 cianfrusaglie non ha voglia di rimettere tutto in discussione.

Crediamo che siano lussuria e invidia, superbia e avarizia gli ostacoli più grandi nel cammino spirituale, le deviazioni più pericolose ...

In realtà, è la pigrizia ciò che più rallenta nel cammino. Quella disposizione interiore che ci fa preferire la noia e la paralisi alla Vita Piena.

Non si tratta, chiaramente, soltanto, di andare a messa presto la domenica mattina.

Si tratta di prendere sul serio e vivere con coerenza le esigenze del discepolato, accettare le vesciche ai piedi e la polvere sulle scarpe.

Dotti e sapienti non fondano sul camminare la loro conoscenza. La fondano sul già "camminato". Non si lasciano toccare e ridiscutere nelle loro acquisizioni.

Il cammino non accettato, l'instabilità rifiutata, lo sbilanciamento in avanti evitato, il rischio dell'equilibrio perduto scansato assottigliano, così, per loro natura, la possibilità di una Vita Piena.