"... «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria..."

10/15/20241 min leggere

black and white concrete building
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A Cristo non scappa la differenza tra ciò che chiamiamo "sfera privata" e "sfera pubblica". Non scappa l'allineamento mancato tra le due dimensioni.

E non scappa neppure di stabilire che tipo di sbilanciamento, abitualmente, si genera tra queste due "sfere".

Quella "pubblica", sempre ben curata. Quella "privata", popolata da silenzi e scheletri.

Questa doppiezza è quanto di più odioso il "pio osservante" alimenti. Ed il trattamento che riserva agli altri è, di norma, proporzionale a questo: giudice di ciò che l'altro vive pubblicamente, il "devoto" si mostra incapace di considerarne le ferite interiori.

Diventa esigente ed intollerante. Più l'altro prova ad essere autentico e trasparente, più gli dà battaglia. Perché vive la verità della storia come un pericolo e usa rifugiarsi in una trascendenza solo apparente, per pura comodità.

Il diverso lo dipinge come "attentatore", per sé e per gli altri. Lo isola, lo emargina. Fa gruppo con i suoi simili e sulle spalle del mondo intorno carica "pesi insopportabili".

Non è capace di vera amicizia, giacché costretto a fingere, a mascherarsi.

Non è capace di vero amore, di amore realmente oblativo, perché sta già bene così com'è. Anzi: se qualcuno gli si avvicinasse troppo, correrebbe il rischio di essere scoperto.

Morirà abbracciando la falsa immagine di sé che si è costruito negli anni e non darà certo spazio a Dio, come, del resto, non aveva mai fatto in vita.

Perché, sebbene della parola "Dio" si riempia la bocca, quel "Dio" è vuoto quanto il suo nulla.