"... Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore..."
Vivo un tempo nel quale sto percependo le spire del potere e il suo esercizio mortifero. Eppure, mi rendo conto che esiste un livello nella vita dell'individuo nel quale il potere altrui, semplicemente, risulta sconfitto, superato.
Conservare la pace nel cuore, infatti, spegne il fuoco del potere e mette al riparo dal desiderarne per sé. L'opposizione al potere, del resto, richiederebbe altro potere e amplificherebbe così i suoi effetti.
L'arrendevolezza non è debolezza, ma lungimiranza.
Conservare o alimentare il potere (proprio), seppure per i fini migliori (!), implica, necessariamente, ridimensionare la libertà e l'essenza dell'altro, sempre, più o meno, arbitrariamente.
E questo è realmente immorale.