"...Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato..."

10/19/20241 min leggere

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Nel contesto del Vangelo di Marco, al capitolo 3, questa stessa espressione assume un valore speciale. Marco, più vicino ai fatti narrati, inquadra queste parole nel contesto di uno scontro fra Gesù e un gruppo composto da suoi familiari e da autorità giunte per lui da Gerusalemme. Luca, invece, conserva, di tutto ciò, solo vaghi riferimenti, anche se in coordinate molto prossime.

Cosa vuol dire Gesù e come intenderlo? Tante ipotesi sono possibili.

Dal mio punto di vista, Cristo, l'Unto nello Spirito Santo, veniva additato, piuttosto, come "posseduto" da uno spirito maligno. Si trova, perciò, costretto a precisare che, circa la sua identità, sarebbe stato ammesso e perdonato l'errore. Ma l'errore circa lo Spirito che l'animava (e il significato della missione che stava portando avanti) risultavano davvero problematici.

Perché rinnegare lo Spirito è azzerare la possibilità stessa che esista una salvezza universale. E non accettare che la missione di Cristo fosse realmente universale equivaleva a minare sin dalle fondamenta il suo agire misericordioso.

Il peccato imperdonabile è quello contro l'universalità della salvezza. Quel rinchiudersi dentro i settarismi che generano conflitto, il distinguere un "noi" da un "loro", il considerarsi ontologicamente superiori agli altri, il moltiplicare steccati, barricate, confini, tutti impastati di intolleranza e superba avidità.

Il peccato contro lo Spirito Santo non è il peccato contro la "colombina" (che, tanto, non sappiamo cos'è e, quindi, nulla abbiamo da temere)!

E' il peccato di chi si siede in cattedra e si sostituisce alla bontà di quel Dio che tutti e tutto giustifica, mentre afferma, con asprezza: "Ciò che io dico, e unicamente ciò, è verità! E quelli che salvo io, saranno gli unici salvati!"

Chi infrange l'unità della famiglia umana.

Chi imbratta l'armonia del cosmo.

Chi trova plausibile pensare: "Io, si. Tu, no!"