"... «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!..."


Già. Il campo è sconfinato. E gli operai pochi.
Ma se il campo è il mondo intero, gli operai chi sono?
Nessuno è escluso. Nessuno che possa promuovere il bene, per quanto non abbia incarichi ufficiali, mandato formale.
Chiaro deve essere l'obiettivo: nessun proselitismo. "E' vicino a voi il Regno di Dio". Ossia, "Dio vi è prossimo!", vi è vicino, è la parte più intima e vera di voi. Non vi ha allontanati, non vi ha abbandonati, anzi...
Ora, perché pregare il "padrone" perché mandi nuovi operai?
Intanto, non servirebbero più operai, ma "migliori operai", visti i risultati. Ma è sul senso della preghiera al "padrone" che voglio soffermarmi.
Dobbiamo precisare che, quando il linguaggio del Signore ritorna allo schema "servo-padrone", dietro possiamo sempre supporre un "se proprio volete restare servi..."
In questo quadro, la proposta rimane: "...provate a rivolgervi al vostro padrone!"
E' sottile ironia. Alla quale contrappone, però, la sua nuova logica: quella del "Figlio-inviato". Quindi, quella dei "figli-inviati"...
Tant'è che il Signore prosegue dicendo: "Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali..."
Lo stile degli operai non è lo stile degli apostoli.
Gli apostoli sono cosa nuova e diversa dagli "operai del padrone".
Non c'è un "Mettete mano all'aratro!"
Non c'è un "Armatevi di falce!"
Piuttosto, lasciate perdere ogni cosa e vivete dell'accoglienza degli altri e della apertura fiduciosa alla loro generosità.
Chi rimane nella logica dei "servi", continuerà a supplicare il "padrone" affinché mandi "servi". Ossia, il ritornello di ogni rosario: "Preghiamo per nuove vocazioni sacerdotali e religiose -però, né io né mio figlio, mi raccomando, padrone!-"
Questa è la richiesta sindacale di "incremento del personale", la "nuova contrattazione" che ingrossi (e ingrassi!) il numero dei "servi di professione". Numero che, però, chissà perché, diminuisce inesorabilmente...
Chi entra nella logica dei "figli", invece, accoglie direttamente e personalmente l'invito ad andare. Non ha bisogno di "cerimonie d'investitura" né di "selezione del personale".
Va. Come può e come sa. Con tutto ciò che è necessario possedere: un cuore che arda d'amore, aperto alla vita, pronto a seminare gioia tra le lacrime, liberazione nelle prigioni dell'esistere.
Ciò che le istituzioni religiose, per la loro autoconservazione, non hanno mai permesso, ossia, l'assenza di un "pedigree", di un "certificato", di un "potere che discenda dall'alto", il tempo che viviamo lo sta imponendo grandiosamente. Per me, il calo drastico dei "tecnici specializzati" in materia di fede è, finalmente, l'occasione irripetibile per la Chiesa di convertire la sua essenza, ossia, purtroppo la sua struttura gerarchica, dalla "piramide" al "cerchio", dal "potere delegato" alla comunione di tutti intorno alla stessa mensa e all'invio gioioso e corale di ciascuno verso il mondo intero!