"... «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi» ..."


La tentazione più frequente negli ambiti ecclesiali. Ci siamo "noi" e, poi, ci sono "loro". Gli "altri". "Quelli di fuori".
Smetteremo mai di ragionare così?
Nella maggior parte dei casi, si tratta di una questione di potere e di "visibilità". Raramente, affermazioni del genere hanno veramente a cuore il bene di chi "sta fuori". Altrimenti, nessuno marginalizzerebbe, anzi, ancora di più si cercherebbe l'integrazione del debole, dell'ultimo.
E' così che si arriva, addirittura, a disprezzare chi agisce bene e per il bene pur rimanendo "fuori dal recinto".
Che, poi, bisognerebbe anche capire cosa voglia dire "fuori dal recinto", quando Cristo parla esplicitamente di "pecore che non sono di quest'ovile" e che, comunque, gli "appartengono"...
Gli "steccati" non vengono mai da Dio. Sono robette degli uomini, delle loro leggine e delle loro "macchinine istituzionali".
Peccato che potere, denaro, considerazione sociale e altri mali simili feriscano tanta gente e mortifichino, deturpino l'immagine del Dio del Nazareno, a volte, in forme insanabili.
Verrà (anzi, viene già!) il tempo in cui i grandi templi si trasformeranno in pizzerie e i grandi palazzi in polverosi musei. Coraggio! L'alba non è lontana.