"... «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua»..."

7/7/20241 min read

a basketball hoop with a basketball going through it
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Se "profezia" è ogni "agire testimoniante", ogni vita che parla di Dio, ogni azione che rende credibile la speranza di una vita piena, il contesto peggiore in cui ci si possa trovare è quello in cui tu risulti già catalogato ed etichettato. Il contesto nel quale non ti si offre una nuova possibilità perché risulta più comodo non ragionare, non farsi interrogare, ammutolire ciò che provocherebbe una ridiscussione del reale.

Insomma, per tutelare uno stato di cose, si fa presto a neutralizzare ed eliminare il testimone.

Così, l'idea torna a prevalere sulla persona e sulla sua dignità.

Una delle forme di omicidio più semplici e meno dolorose, del resto, è proprio quella "sociale", quella in cui i proiettili sono "di fango". Qui, non è necessario che la "narrazione" coincida con la "storia": basta calcare un po' la mano oppure omettere dei "particolari" per incasellare la persona in un sistema di qualificazioni a priori, tutelando così il contesto e la sua stabilità, seppure piena di contraddizioni.

C'è chi c'è passato prima. Coraggio.