«Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato..."

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Salvo Collura

1/6/20241 min read

La ricerca dei saggi venuti dall'Oriente spiazza Erode. Perché la regalità sembrava stare lì dove lui non si aspettava: in una stalla. Così, il potere nell'impotenza di un bambino. La ricchezza di chi possiede nella povertà di chi elemosina. La gloria e la fama nel silenzio degli invisibili della terra.

Il mondo capovolto turba il re. Turba ogni re. Turba ogni uomo. Perché è più semplice pensare che il sudore e la fatica facciano il cammino e non il passo semplice del pellegrino il cui cuore trabocca d'amore e gratitudine.

La stella in cielo raccoglie i sospiri e i desideri di chi, sulla terra, non ha più altra scelta che guardare il cielo, che attendere dall'alto ciò che la terra non sa produrre. Di cercare, nella notte, il calore che riscaldi, almeno, il cuore, e la luce che illumini la via, fosse anche la via di un cieco.

Il cammino dei Magi è il cammino di una umanità che non smette di cercare, di sperare, di amare, dentro un tempo che sembra essere il più oscuro. Il cammino di una umanità a cui non rimane che affidarsi all'in-affidabile, all'in-certo, all'in-utile.

La bellezza, infatti, inutile di una stella in cielo, di una stella che vaga, non di una fissa, è immagine della precarietà, dell'indisponibilità, dell'ulteriorità di una verità che è sempre frutto di un incontro, di un movimento, di uno sbilanciamento.

Il saggio pellegrino d'Oriente lo sa. E accoglie la sfida del cammino, avendo a cuore non il suo traguardo, ma la compagnia di quell'Altro che mai nessuno lascia indietro.

Buona festa della "Manifestazione", festa dell'esporsi di Dio nella vita dell'ultimo!