Note a margine della mia strada/2
Descrizione del post del blog.
Fra poche ore torno a Madrid. Iniziano le lezioni.
La sensazione è di gran carica e energia. Tanti volti si inseguono nella mente. Un ritornello, una preghiera questa presenza degli altri nel cuore: Chiesa!
La saggezza del cammino mi aveva portato alla conclusione che ogni tempo fosse importante: il passato, il presente, il futuro...
Oggi, sono pervaso da una sensazione di nuovo e profondo disequilibrio.
Sarà per il testo del Vangelo di oggi, sarà per quanto vissuto durante l'estate...
Del resto, so anche che in qualsiasi momento potrò rivedere queste considerazioni.
Ma, oggi, è il futuro che (mi) parla di me.
Non il futuro dell'ideale, del desiderio espresso al cadere di una stella...
E neppure l'altro futuro, quello dell'impegno, della rivoluzione, del volontarismo strenuo ed eroico.
Il futuro che era sin dall'inizio: il futuro di Dio.
Pensavo che solo una evoluzione lenta e progressiva, un processo vero e proprio potesse stare alla base di una "antropologia" seria: giungere alla piena statura dell'uomo, giungere all'età adulta...
Mi rendo conto che non ci può essere linearità se non solo successivamente: l'esperienza fonda! Ed è Amore pieno già tutto ricevuto.
Questo futuro che sta all'ombra di ogni battito del cuore è, in realtà, quanto di più antico esiste.
Prima d'ogni creazione.
Nella sostanza stessa di Dio.
Un antico futuro che già ci costituisce, in pienezza, che è l'unica identità possibile. Meglio, l'unica vera identità.
Prendere sul serio il male non è dargli un profilo personale.
Questo ci può stare, ma non è il centro.
Prendere sul serio il male è, sempre, cantare la gioia d'essere amati. Sempre e oltre ogni aspettativa. Da Dio.
Nulla ci strapperà dalle Sue Mani.
Di questo antico futuro è pieno il nostro attuale esistere.
Altrimenti, semplicemente, non ci sarebbe altro presente da vivere.
Questo futuro è ciò che siamo. Radice e senso di ciò che siamo.
Le divisioni, i drammi, le lotte, i dolori del Mondo si leggono, da questo cuore del Mediterraneo, nel galleggiare muto del corpo morto d'ogni migrante che arriva - fosse anche apparentemente ancora vivo. Racconta l'inconsistenza e l'irrazionalità del "lento cammino dell'umanità".
Tutto questo dolore esclude una umanità in cammino.
Ma, allo stesso tempo, Consolatore, giunge dal cuore il soffio, il sussurro di un di più.
Che è Giustizia, Misericordia, Resurrezione.
E quanto più pesano le contraddizioni, tanto più si fa grande l'idea che di questo amore ci facciamo.
Grande al punto da farsi senso e vita per l'attuale non-senso e per l'attuale non-vita.
Quanta futilità nella nostra routine!!!
Quanta frivolezza effimera nel nostro buon senso!!!
Mi torna in mente l'immagine del musulmano incontrato sul cammino, che girava per tutti i santuari del mondo chiedendo pace.
Pellegrinare era il suo modo d'esistenza.
Ma per parlarmi, si fermava.
E, fermandosi, non moriva, non si tradiva!
La "pace" esisteva perchè esisteva lui!
Esisteva l'uomo: lui lo riconosceva e si fermava, non temendo che il riconoscimento dell'altro fosse "interruzione" per la sua marcia.
Riconosceva che l'esistere era ragione primaria.
Che l'esperienza, l'incontro, dava senso a tutto il resto.
Che il futuro era l'anima del presente.
Ed esisteva già, nel "tutto compiuto" che ogni uomo è.
Non esiste relativismo. Ma tutto è relativo. A Dio e al Suo Amore.
Non esiste nient'altro.
E anche il male: lo affronti da qui, da questa Resurrezione che sei, che già vivi.
In questa piena libertà che racconta l'Amore di Dio per te.
Non sei un caso, nè un non-senso: sei amato. Da sempre e per sempre.
Questa è la condizione d'ogni conversione.
Non è un premio.
Non un traguardo.
E' il modo d'esistere dell'uomo.
E' l'aria che respiriamo e il cibo di cui ci nutriamo.
Ed è ciò che asciuga le lacrime dagli occhi di chi soffre - fino alla morte... - ogni tipo di solitudine ed emarginazione.
Davvero "l'uomo è misura di tutte le cose"!
In questo essere "dal Padre", l'uomo trae tutto. E l'esistente si fa misura d'ogni "ente".
D'ogni altro contingente storico.
E il cristiano, per questa ragione si converte in un "tutto aperto".
E da qui, da questa condizione, inizia il suo cammino per affrontare, nel concreto d'ogni giorno, il male che c'è, che esiste.
Il bene vince il male.
Non io e non tu...
E' già vinto.
E la vittoria è per noi.
Siamo noi!