"...Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli..."
Descrizione del post del blog.


Due cose, del vangelo di oggi, mi fanno molto pensare.
Intanto, la serenità nella quale sembra essersi svolta la vita di Gesù fino a questo momento. Nazareth, la vita in casa. Una vita normale, comune, lineare. Poi, le conseguenze del battesimo che riceve da Giovanni e che lo trasformano in un "personaggi pubblico", riservandogli incomprensioni, tensioni, conflitti. Fino alla morte.
In mezzo, un verbo: cieli che si "squarciano", che si "aprono". Seguendo le traduzioni in italiano, l'immagine più vicina, nella mia preghiera, al testo di oggi, è relativa a ciò che accadde al velo del Tempio, al momento dell'ultimo respiro di Gesù sulla croce. Anche quello si "squarciò", si "aprì" in due.
Il battesimo diventerebbe così segno del seppellimento di Cristo nelle torbide e tenebrose acque della morte. Segna una fine. E, non senza dramma, apre ad un tempo in cui i ciechi ritroveranno la vista e i prigionieri la libertà. Entra nell'agone della vita. Entra nella "pubblica piazza" della società civile, per combattere la sua battaglia. Lo stesso nella sua "discesa agli inferi": combatterà la morte e riporterà luce, lì dove regna il buio eterno. Restituirà speranza alla vita. In entrambi i casi, la lotta è, però, la prima delle conseguenze dello "squarcio", il prezzo della "buona notizia".
Gesù affronta tutto questo. Non si tira indietro. Si presenta, irriducibilmente, con una "sola faccia" davanti al mondo, civile e religioso, del suo tempo. Facendo del bene, ma anche attirandosi tante ire e tanto disprezzo.
È consolante sapere che, se, nella tua vita, sta accadendo tutto questo, Cristo già ti precede. Lui per primo ha passato tutto questo.